“E quindi tu di cosa ti occupi?
Io sono un* Psicolog* dello Sport.”
Momenti di imbarazzo, espressione alla Psyduck sul volto, balle di fieno che rotolano e poi con un tono tra l’affascinato e lo scettico l’interlocutore si complimenta per poi domandarti che cosa fa esattamente uno psicologo dello sport!
Questo di media è il quesito che ogni psicologo dello sport si sente rivolgere quando si presenta. Il problema fondamentale è che di psicologia dello sport, in Italia, quasi non se ne parla, possiamo quindi biasimare il nostro interlocutore? No di certo.
Dall’allenatore all’atleta amatoriale o agonista, tutti gli addetti ai lavori sostengono con fermezza che la mente gioca un ruolo cruciale nello sport.
Esemplari le parole di Djokovic dopo l’epica finale di Wimbledon 2019 contro Federer.
" È stato il match mentalmente più impegnativo della mia carriera. […] Sono stato a un punto dal perdere la partita. Anche agli US Open avevo salvato due match-point contro di lui... In quei momenti cerco solo di non perdere la fiducia in me stesso, di stare calmo, di cercare di tirare la pallina di là, di rispondere in campo. […] Ho cercato di giocare la partita nella mia mente prima di scendere in campo. Mi sono preparato per i possibili scenari e ho sempre cercato di immaginarmi vincitore. Tutto dipende dalla forza di volontà, dalla forza che acquisisci non tanto dal fisico, ma dalla testa. Per me è una continua battaglia interiore, una questione di stabilità. Nei momenti più difficili devi ricordarti che sei lì per un motivo e che sei più forte del tuo avversario”.
Abbiamo capito che non basta solo la preparazione atletica o le competenze tecniche, anche la mente ci serve per vincere nello sport. Iniziamo quindi a intuire qual è il ruolo dello Psicologo dello sport in questa storia.
Nei prossimi paragrafi faremo chiarezza su:
• Chi è lo Psicologo dello Sport
• Cosa può fare per noi
• Perché dovremmo rivolgerci a lui.
“MA DALLO PSICOLOGO CI VA CHI HA PROBLEMI?” - SFATIAMO UN MITO!
Prima di rispondere alla fatidica domanda su quale sia il ruolo di questo professionista ce ne è una che magari ti sta frullando in mente da un po’ e che ti crea un senso di disagio interiore, un po’ come un fastidioso serpentello che striscia nello stomaco: perché se non ho problemi dovrei andare dallo Psicologo dello sport?
Cerchiamo di sfatare un mito, lo Psicologo non serve solo in caso di problemi.
“Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità. In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace” ART. 3 codice deontologico degli psicologi.
Lo Psicologo può aiutarti a raggiungere le vette dell’autorealizzazione e del benessere. Ti supporta nel processo di presa di coscienza dei meccanismi che guidano il tuo comportamento fornendoti le strategie utili per orientarlo verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi personali.
Lo Psicologo dello sport, più di tutti, si posiziona su questo versante.
I TRE MACRO-OBIETTIVI DELLO PSICOLOGO DELLO SPORT
Il concetto di obiettivo tornerà spesso e volentieri in questo blog.
Avere un obiettivo chiaro e definito è il primo passo per raggiungere traguardi importanti e decidere che direzione dare alla tua vita.
Di seguito ti elenco i tre obiettivi principali che uno Psicologo dello Sport si pone nel suo lavoro.
Ottimizzazione della performance
Come ho accennato prima i tre capisaldi su cui devi lavorare per diventare un’atleta vincente sono:
• Abilità mentali
• Gesto tecnico
• Preparazione atletica
Più avanti nell’articolo ti spiego quali sono le abilità mentali che lo Psicologo ti permette di allenare.
Promozione del benessere tramite lo sport e l’attività fisica.
Era il 1974 quando il Canada, primo fra tutti, stabilì che l’approccio alla sanità dovesse evolversi da una prospettiva terapeutica ad un approccio preventivo. Da quel momento il concetto di prevenzione è entrato a far parte di tutti i programmi di promozione della salute sostenuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Fare prevenzione significa promuovere uno stile di vita sano, e indovina un po’ cosa prevede uno stile di vita sano? Sono sicura che hai capito dove voglio arrivare 😉
L’attività fisica rientra a pieno titolo tra le azioni che dobbiamo fare per migliorare il nostro stile di vita e quindi il nostro benessere. Su questo principio si innesta l’intervento dello Psicologo dello Sport che promuove interventi incentrati sull’attività fisica per migliorare la salute e il benessere psicologico della popolazione.
A proposito, lo sapevi che chi pratica sport ha un cervello più “giovane”? Se sei curioso di saperne di più ti consiglio di leggere il libro Happy Brain della neuroscienziata Wendy Suzuki (Sperling & Kupfer).
Avvertenze: da usare con cautela, se non sei uno sportivo potrebbe venirti una gran voglia di diventarlo!
Ricerca
Ci sono Psicologi che decidono di dedicare la loro carriera alla ricerca, o che lavorano in parallelo facendo ricerca mentre operano sul campo.
Uno degli psicologi che ho più amato nel periodo di formazione universitaria è stato lo psicologo e sociologo Kurt Lewin, il quale diceva “niente è più pratico di una buona teoria”.
Questa frase all’apparenza contraddittoria rivela come la teoria sia fondamentale per guidare l’operato dello Psicologo, aiutandolo a inquadrare un problema, suggerendo quello che può fare, su cosa concentrarsi, dove sta sbagliando, come può correggere il tiro, come può essere utile alla persona e come aiutarla a raggiungere il suo obiettivo.
Procedere senza teoria significa procedere a tentoni, immaginati un chirurgo che opera senza conoscere la teoria dell’anatomia umana!
COSA PUO’ ESSERE ALLENATO
Abbiamo definito gli obiettivi che ha uno Psicologo dello sport. Adesso cerchiamo di capire insieme su cosa lavora per raggiungerli.
Il mindset
Prima ti ho accennato il concetto di abilità mentali, il primo set di abilità mentali riguarda il costrutto di mindset, che in italiano potremmo parzialmente tradurre con il termine mentalità e che si riferisce all’approccio mentale con cui si affronta un progetto lavorativo, lo studio o, nel nostro caso, lo sport e l’attività fisica.
Per mindset quindi intendiamo l’insieme di credenze o pensieri che determinano il nostro modo di vedere il mondo e noi stessi in relazione ai nostri obiettivi.
Se ti percepisci come competente, in grado di ottenere quello che desideri, e di avere tutte le carte in regola per migliorare e raggiungere l’obiettivo prefissato allora, sicuramente sarai motivato a lavorare sodo per vincere la gara, o per battere il tuo record personale. Se invece la tua mente ti dice che non sei abbastanza bravo, abbastanza forte o che non riuscirai mai a imparare quel movimento perché sei fatto così allora è quasi sicuro che avrai perso in partenza.
Il concetto di mindset, sviluppato inizialmente in campo pedagogico e imprenditoriale, racchiude in sé alcuni aspetti chiave utili ad ogni genere di sportivo.
Il mindset adeguato ci motiva a tirare fuori il meglio di noi e ci sostiene in quei momenti in cui la motivazione sembra essersene andata alle ortiche.
Il mindset è strettamente correlato alle emozioni, ed impostarlo nel modo corretto ti aiuta a regolarle e a farti evitare scene alla Billie Joe Armstrong se ti senti frustrato o arrabbiato quando le tue prestazioni non sono al top o non ti sembra di raggiungere i risultati sperati.
Tutti noi siamo persone con obiettivi, sogni e desideri da realizzare, è insito nella natura umana aspirare a raggiungere o ottenere qualcosa ed ognuno di noi può migliorare sé stesso se impara a porsi gli obiettivi giusti, se riesce a superare i momenti difficili, se rimane concentrato sull’obiettivo imparando a sviluppare il mindset adeguato.
Le funzioni cognitive
Veniamo al secondo set di abilità mentali su cui puoi lavorare con l’aiuto dello psicologo dello sport: le funzioni cognitive.
Per funzioni cognitive si intende l’insieme dei processi mentali che l’essere umano usa per percepire gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e per elaborarli al fine di produrre un’azione finalizzata al raggiungimento di un obiettivo.
Pensa al grande Mike Tyson che schiva un diretto e rientra con uno dei suoi micidiali ganci da KO. Una sequenza che dura appena una manciata di secondi ma che vede coinvolte diverse funzioni cognitive.
Se provassimo ad analizzare questo breve istante potremmo identificare i seguenti passaggi.
Mr. Tyson, dopo aver focalizzato la sua attenzione sull’avversario, utilizza i suoi sensi per percepirne tutti gli indizi cinematici utili a prevedere il suo diretto e a programmare una risposta.
Gli indizi visivi e propriocettivi confluiscono nella memoria di lavoro che in maniera tempestiva elabora e confronta le nuove informazioni con quelle ben consolidate in memoria e apprese nel corso della sua carriera sportiva.
Questo processo gli consente di anticipare, con un certo grado di accuratezza, il colpo che gli sta per arrivare e grazie alle abilità di problem solving, decidere con quale movimento schivarlo conquistando il vantaggio tattico che gli permetterà di sferrare il suo micidiale gancio.
Attenzione, percezione, memoria di lavoro, apprendimento, anticipazione e problem solving sono funzioni cognitive che vengono allenate per apprendere in maniera più veloce ed efficace un movimento, ridurre i tempi di reazione, anticipare l’avversario o pianificare strategie.
I rapporti con l’allenatore, la squadra e chi ci circonda
Ultima ma non certo per importanza è la sfera dei rapporti interpersonali e delle dinamiche di gruppo. Soprattutto negli sport di squadra, in cui un gruppo di atleti devono cooperare per vincere la gara, risulta fondamentale sviluppare modalità di comunicazione efficace per creare un team affiatato e vincente in grado di portare a casa la vittoria superando le difficoltà psico-fisiche della gara.
Cooperazione e consapevolezza, leadership, senso di gruppo e coesione sono gli aspetti da sviluppare all’interno di qualunque team orientato al risultato.
I rapporti da monitorare mentre si lavora con un team di persone, prime tra tutti l’allenatore e le altre figure da cui può essere seguito, come medico, nutrizionista, fisioterapista, osteopata etc. con le quali deve sapersi relazione, e a loro volto devono sapersi relazione con lui o lei.
Se poi ci rivolgiamo ai più piccoli anche i genitori entrano di diritto nella rosa delle figure di riferimento che vanno prese in considerazione per creare un ecosistema edificante per la performance dei giovani atleti.
A CHI SI RIVOLGE LO PSICOLOGO DELLO SPORT?
Se ti stai chiedendo se lo psicologo dello sport può aiutarti anche se non sei ai livelli di Nadal o Tyson, o se pensi che ormai per te è troppo tardi per fare qualcosa perché non sei più di primo pelo sono felice di dirti che sì, può fare anche al caso tuo.
Rispondi a queste domande:
• Ti è mai capitato di sottoscrivere abbonamenti annuali in palestra utilizzati forse 3 o 4 volte?
• Hai mai rinunciato ad iscriverti a questo o quel corso perché non ti reputavi all’altezza o non pensavi facesse per te?
• Hai mai abbandonato un’attività perché non vedevi subito i risultati sperati?
• Tendi a ripeterti che questo sport non fa per te?
• Ti ritrovi a dirti che non sarai mai in grado di imparare quel movimento?
Se la risposta ad una o più di queste domande è sì allora sappi che lo Psicologo dello Sport ti può aiutare senza ombra di dubbio.
In base al tuo profilo e alle tue esigenze con lo psicologo dello sport andrai ad individuare il percorso più adatto a te e definirai le strategie per raggiungere i tuoi obiettivi, siano essi di vincere una gara, di tornare in forma o di migliorarti nel tuo sport.
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