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  • Immagine del redattoreAlessia Federiconi

STRONGMAN: E' SOLO QUESTIONE DI MUSCOLI? (PARTE 1)


Oggi conosceremo uno sport tanto brutale e affascinante quanto poco conosciuto in Italia: lo Strongman.

Lo scopriremo attraverso le parole di Antonio Chiarelli, atleta di Strongman categoria under 80kg del team Bunker_48 di Livorno e allenatore di powerlifting e weightlifting presso CrossFit Pistoia.

Chi è Antonio Chiarelli?


Classe 1986, nasce in provincia di Taranto. Antonio inizia ad avvicinarsi al mondo dello sport a 5 anni con il Judo. Nella palestra dove si allena alterna ore passate sul tatami alla pesistica olimpionica. Così, tra una proiezione e una figura inizia anche a sperimentarsi con alzate e snatch. Il binomio tra ghisa e sport da combattimento, vedremo, lo accompagnerà lungo tutto il suo percorso, come due amanti tra i quali si fa fatica a scegliere.

La sua carriera agonistica ha inizio nel judo. Il giovane Antonio, però, mostra presto il suo temperamento burrascoso e dopo una lite con allenatore e avversario, il maestro decide di allontanarlo dal Dojo. Antonio non si lascia abbattere e grazie ad un certo talento atletico si unisce alla squadra di Basket. Anche in questo caso la sua carriera agonistica subisce il più classico degli intoppi: infortunio alla caviglia; tuttavia guadagna qualche apparizione sul campo con la C2 di Massafra dove viene sapientemente utilizzato per sfiancare gli avversari nella marcatura a uomo.

A 18 anni il trasferimento a Milano e il ritorno agli sport da combattimento con la Muai Thay. È il 2007 quando, poco più che ventenne, decide di entrare nelle forze dell’ordine e viene trasferito a Bari, dove inizia a preparare la sua prima gara di body building. Ancora una volta l’ennesimo imprevisto: a due mesi dalla gara viene accettata la richiesta di entrare nel corpo paracadutisti e l’inevitabile trasferimento alla scuola di paracadutismo a Pisa lo costringe a rinunciare alla gara.


Senza perdersi d’animo si dedica alle MMA, destreggiandosi con gli impegni da militare e le missioni, tra cui quella in Afghanistan, durante la quale fortunatamente è la sopravvivenza del suo apparato digerente ad essere messa alla prova e non la sua vita. Ritorna più forte di prima, 107kg di muscoli per 178 cm di altezza. Tuttavia qualcosa in lui è cambiato, e vuoi le necessità di salute, vuoi le mode del tempo, si converte al veganesimo, con tutti i dubbi che accompagnano gli atleti di forza in merito alla capacità di una dieta vegana di fornire l’apporto proteico necessario.

Ora, come accade in molte storie, per scoprire il nostro futuro basta fermarsi a guardare indietro, a quando eravamo bambini e il mondo aveva la capacità di sorprenderci e farci emozionare. In questo caso era il 1993, quando baby Antonio vede la sua prima gara di Strongman alla tv, in cui possenti vichinghi svedesi ribaltano ruote di trattori e trascinano camion.


Come in ogni storia che si rispetti, il nostro eroe a fare lo strongman non ci si vede, lui non è alto 2 metri come gli svedesi e non mangia kg di petto di pollo come la maggior parte dei body builder in circolazione. Però anche in questo caso c’è una fata madrina, che i più conosceranno con il nome di Google, a intervenire facendo apparire il nome di Francesco Gioia, 3 volte campione italiano di Strongman e vegetariano incallito.

Che dire, finalmente tutti i pezzi del puzzle si incastrano alla perfezione e a parlare sono i numeri:

3° campionato Italiano Strongman 2018 under 90kg

6° campionato Italiano Strongman 2019 under 90kg

e per il 2020...doveva esserci l’esordio nella Pro division ma la situazione la consociamo tutti.


E ora, attraverso le parole di Antonio, scopriamo insieme cos’è lo Strongman e come avviene il campionato Italiano di Strongman.


Lo Strongman non è una disciplina riconosciuta. Esistono dei circuiti nazionali e internazionali che più o meno condividono lo stesso regolamento e solo partecipando ad un circuito nazionale, riconosciuto a livello europeo, puoi guadagnarti la possibilità di essere invitato a partecipare alle gare di quel circuito.

Il campionato italiano è suddiviso in gare:

2 gare dove si ricerca l’alzata massimale e ci sono solo due prove:

  • una prova di spinta sopra la testa a scelta tra Log e Apollon Axle

  • una prova di stacco che può essere da rialzo o da terra.

I punti che si fanno in queste gare non vanno a finire nel ranking. Quindi tu gareggi, vinci, e puoi vincere una o entrambe le specialità, oppure, anche se non vinci nella singola specialità, ma sei quello con il miglior piazzamento vinci l’assoluto della gara e diventi il campione Maxima del campionato.

Le altre gare, che vengono organizzate in giro per l’Italia, sono organizzate dalla palestra ospitante e sono composte da prove decise dall'organizzatore e comunicate all'atleta circa 4 settimane prima. I punteggi che gli atleti acquisiscono in queste gare vanno a finire nel Ranking del campionato. Il Ranking viene poi utilizzato per decidere chi accederà alla finale di campionato. Ogni categoria di peso ha un numero limitato di posti per la finale e vengono invitati a partecipare, in ordine, i primi del Ranking.

Le tipologie di prove sono sempre:

  • una prova di stacco da terra

  • una prova di press sopra la testa

  • prove dinamiche come i trasporti.

Per fare una gara completa quindi ci sono almeno queste tre prove. Solitamente il punteggio si basa sul numero di ripetizioni fatte in un tempo massimo di 75 secondi.

I campionati sono poi divisi in Rookie (campionato esordienti) e Pro. I Pro fanno sempre una prova in più, che può riguardare le atlas stone in tutte le sue modalità d’utilizzo o il traino. All'interno delle due categorie, Rookie e Pro, ci sono poi le categorie di peso, con tutte le conseguenze del caso in termini di pesi da usare per le prove.

Il Ranking viene utilizzato solo per determinare chi parteciperà alla finale, durante la quale si decreta il miglior atleta della sua categoria che vince il campionato. Quando un Rookie vince la sua categoria è costretto a passare a Pro per la stagione successiva, a meno che non decida di scendere di categoria.

A livello internazionale esistono diversi circuiti: SCL (nei paesi dell’est); OfficialStrongman etc. Gli atleti Pro che gareggiano nei campionati riconosciuti da questi circuiti e arrivano in finale vengono inseriti nel Ranking del circuito. Questo Ranking viene utilizzato per gli inviti ai campionati europei o mondiali. Il più famoso, a livello mondiale probabilmente è l’Arnold Strongman, il circuito di Arnold Swartzenegger.

Quali sono le sfide più difficili che un’atleta di strongman affronta?


Principalmente la sfida di dover sempre spingere in allenamento. Lo strongman è un’atleta che deve avere molte competenze motorie per affrontare tipologie di sfide differenti. Non può permettersi di non allenare determinati movimenti. Io l’ho fatto l’anno scorso perché non c’è mai stato il log durante il campionato. Sono tornato a farlo quest’anno e mi ero quasi scordato come si facesse a livello tecnico.

Il problema dello strongman è che deve sempre tenere una determinata preparazione base di forza per prepararsi poi di volta in volta a sfide differenti per le gare. Inoltre deve sapersi adattare, perché può capitare di allenare tutto il tempo lo Yoke in palestra sul gommato e poi alle gare doverlo fare sul pratino, che nasconde molte insidie.


Quindi uno strongman deve sviluppare il fisico a 360°, deve essere pronto a reagire a tutto.

Quali sono le abilità atletiche richieste nello strongman?


Sicuramente, prima di tutto la forza, la seconda è la capacità di esprimere la forza a 360° avendo una buona mobilità di base e uno sviluppo muscolare globale. A differenza del Powerlifter che muove il bilanciere solo su due binari, lo strongman deve sapersi muove a 360°, deve essere dinamico, resistente, deve saper stare fermo e deve saper esplodere.

Si potrebbe erroneamente pensare che lo Strongman sia più uno sport di “cattiveria e ignoranza” che uno sport dove sia necessario lavorare sulla tecnica per fare gli esercizi, invece è tutto il contrario, vero?

C’è molta tecnica dietro. Con il fatto che lo strongman non è uno sport riconosciuto e che è molto facile organizzare una gara il rischio è quello di ritrovarsi con molte persone che si definiscono Strongman solo perché hanno vinto la gara di paese e sono un po’ più forti degli altri. Ma lo Strongman fatto a buoni livelli, e visto come uno sport, ha molta tecnica dietro.

Spesso gli atleti abituati ad alti carichi nelle gare amatoriali non si preoccupano della tecnica, se devono alzare un peso e camminare lo fanno “di forza bruta” e come viene viene. Ovviamente se usassero la tecnica per caricare il peso o gestire la respirazione, la prestazione verrebbe molto meglio, ma finché rimaniamo a livello amatoriale molti non se ne curano.

Prendi le atlas, che sono pietre da sollevare e mettere su un supporto, in un modo o nell'altro lo faccio, ma se lo fai con la tecnica sicuramente diventerai più longevo e sarai più performante.

Non ha mai scritto nessuno sullo strongman, nessuno ha mai scritto un libro sulle tecniche per fare gli esercizi di strongman. I campioni di oggi sono atleti che provengono da altri sport e che hanno un livello di forza di base molto alto, quindi si ingegnano per superare le prove, ma nessuno si è mai messo a ragionare scientificamente sulla tecnica dietro gli esercizi.

Anche a livello mondiale solo ora stanno iniziando ad uscire allenatori che si occupano solo di strongman e non solo allenatori che fanno altro e in più allenano strongman.

Sei curioso di sapere qual'è il ruolo della mente nello strongman? quali sono le abilità mentali che devi sviluppare per essere un'atleta di strongman e le tecniche usate da Antonio?

Non perderti la seconda parte dell'intervista ad Antonio Chiarelli!

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